San Jacinto

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San Jacinto

In quest’epoca pochi si fermano ad ascoltare i testi delle canzoni, ancor meno se non sono nella loro lingua e magari non hanno un significato immediato. Oggi mi sono preso il lusso di tentare una traduzione e una possibile interpretazione di uno dei testi più affascinanti e oscuri di Peter Gabriel: San Jacinto, tratto dall’album IV (o Security) del 1982.

Ne consiglio anche l’ascolto e la visione nella splendida versione live registrata durante i concerti tenuti all’Hammersmith Apollo di Londra, tra il 23 e il 24 marzo 2011, con la New Blood Orchestra e le coriste Ane Brun, la figlia Melanie Gabriel, Sevara Nazarkhan e Tom Cawley.

Il brano parla del rito di iniziazione dei guerrieri Apache che avveniva all’età di 14 anni.

Lo stregone conduce il ragazzo sulla cima della montagna, dove dovrà subire il morsotumblr_nb2vo1htyg1qai3hno4_500 di un serpente a sonagli che il vecchio ha portato in un sacco. Il ragazzo verrà poi lasciato solo e in preda alle allucinazioni. Se, come in molti casi, il ragazzo sarà in grado di fare ritorno da solo al villaggio, sarà considerato un Guerriero, oppure sarà morto.

E’ comune a molte culture che i giovani vengano costretti a guardare in faccia la morte. Come risultato, questo permette loro di vivere la loro vita in maniera più completa. In Arizona tutto ciò è in contrasto con l’irrispettosa trasformazione dei territori dei Nativi Americani in una interminabile serie di discoteche e ristoranti.

Quando ho iniziato a salire verso San Jacinto ho visto dei misteriosi nastri sugli alberi, che ho capito essere parte di quel processo di iniziazione.

San Jacinto è una montagna con un cappello nevoso circondato dal deserto e fu un tempo territorio Apache.

San Jacinto

Peter Gabriel (Peter Gabriel IV, 1982)


Nuvole fitte, vapore che sale, pietra sibilante su un fuoco da campo
Intorno a me pelli di bufalo, fasci di salvia da strofinare sulla pelle
Fuori l’aria fredda, aspetto il sorgere del sole
Segni di vernice rossa, piume d’aquila, ululato di coyote, ha inizio!
Qualcosa sta succedendo, lo sento in bocca e nel cuore
Mi sento morire, lentamente, sento la vita che mi lascia

Hey now Wakan Tonka! (Alzati grande aquila!)

Lo stregone mi condurrà attraverso il paese, in terra indiana, così distante
Attraversando il territorio ogni casa una piscina, bambini con i braccioli che bevono bibite ghiacciate
Seguendo il letto asciutto del fiume osservo gli scout e le guide mentre tracciano segni pow-wow
Oltrepassate la discoteca Geronimo e la rosticceria Toro Seduto, sogno dei bianchi
Un rantolo nel sacco del vecchio, un’occhiata alla cima della montagna
Continua a salire, sopra di noi la neve del deserto, bianco sbuffo di vento
Resisto alla forza che mi trascina attraverso tutte le paure
San Jacinto, Io resisto (hold the line)
San Jacinto, il morso di veleno e il buio che mi toglie la vista
Io resisto (hold the line)
E le lacrime mi corrono giù per le guance, penso di essere sul punto di cedere, più debole
Resisto, resisto (hold the line)
San Jacinto, una gialla aquila vola giù dal sole, dal sole

Cammineremo sulla terra
Respireremo nell’aria
Berremo dalla sorgente
Vivremo, resisto, resisto, resisto (hold the line)

[Traduzione di Dan Pejeroni]

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Pow-wow dancer, Tim McCarty 2011

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